Scuola, un’altra vergogna della GELMINI: test INVALSI
La scuola pubblica italiana è ormai da molto tempo oggetto di un grave attacco da parte del governo Berlusconi, tramite la sua ministra Gelmini e più o meno oscuri deputati del PDL, attacco che ne rende sempre più difficile la vita e impoverita la qualità. Ricordiamo soltanto le ultime sortite per la revisione dei libri di storia e per la punizione dei” docenti di sinistra iscritti alla CGIL colpevoli” di impartire un insegnamento ideologico. Ma quello che ci appare particolarmente odioso è l’ultimo provvedimento ministeriale:si stanno infatti svolgendo in questi giorni in tutte le scuole pubbliche italiane i test INVALSI, test volti ad accertare il grado di competenze che la scuola fornisce ai suoi alunni; ebbene la direttiva ministeriale prescrive, per gli alunni “con bisogni educativi speciali”, che i test si svolgano su argomenti e in luoghi separati rispetto ai “normodotati”o addirittura che non si svolgano affatto, onde non falsare il risultato complessivo da presentare al mondo. Sarebbe troppo facile osservare che,se volessimo riportare la nostra scuola a livelli accettabili nel mondo,bisognerebbe prima di tutto tornare alla radice dei suoi problemi (risorse finanziarie, umane ecc.), ma a noi in questa sede preme soprattutto sottolineare l’odiosità del ritorno ad una discriminazione che pensavamo e speravamo di non dover più denunciare, anche se la riduzione degli insegnanti di sostegno ne era più che un indizio. La scuola italiana,in particolare quella primaria, fu negli anni sessanta e settanta, un punto di riferimento mondiale per la sua qualità,qualità di cui era componente essenziale il superamento di ogni discriminazione. L’Unione Donne italiane fu in prima fila nelle battaglie per l’abolizione delle scuole differenziali, delle classi speciali e per l’inserimento degli alunni svantaggiati in un percorso educativo comune. Oggi l’Archivio dell’Udi della provincia di Siena, memore e ricco di quella tradizione, è impegnato in una azione che riaffermi e riconquisti quei valori; in questo quadro e con questo diritto denuncia ogni atto che oggettivamente toglie alla scuola il suo carattere primario che è quello di civilizzazione di un paese.
Siena 13 Maggio 2011