2018/2019 – Una scuola di frontiera
“La frontiera è duplice, ambigua; talora un ponte per incontrare l’altro, talora una barriera per respingerlo.” (C. Magris)
Il protagonismo di chi studia o lavora in una scuola dove si incontrano molteplici culture per presentare un’autonoma narrazione di sé, con specifica attenzione alle identità di ragazze e ragazzi e alle relazioni tra i generi.
Il progetto si propone di intervenire su una realtà scolastica che l’Associazione proponente ha avuto modo di incontrare per aver realizzato per 3 anni consecutivi progetti di contrasto agli stereotipi e per l’affermazione della parità di genere. Più precisamente i progetti si sono svolti all’interno dell’Istituto Professionale Marconi, in classi esclusivamente maschili, con una presenza molto alta, se non addirittura assoluta, di ragazzi di origine straniera: un concentrato di criticità e di straordinarie opportunità.
Il Marconi fa parte, insieme all’Istituto Monna Agnese dell’Istituto Professionale Caselli.
Si tratta di una realtà scolastica radicata nel territorio (esiste dal 1870) e molto complessa (ad esempio, se il Marconi ha una forte caratterizzazione “maschile”, il Caselli viene scelto da una maggioranza “femminile”).
L’Istituto è noto nel territorio senese non solo per la pluralità di indirizzi offerti, ma per la sua capacità di attenzione ad accogliere “persone”, quali che siano le loro storie pregresse, perché possano trovare qui la possibilità di costruire, o ricostruire, la loro crescita culturale e professionale.
Anche per questo la scuola si qualifica per la capacità di accogliere un ampio numero di giovani che provengono da contesti problematici (immigrati di prima o seconda generazione, famiglie a basso reddito etc.) e che potrebbero essere a rischio di marginalità sociale.
L’esperienza svolta al Marconi ha consentito di percepire che, anche quando i confini sono stati varcati e la scuola è attenta ad offrire a tutti pari opportunità, permangono frontiere nel sistema sociale e culturale, che possono essere all’origine di profondi disagi e drammatici problemi e che comunque condizionano processi di piena e serena inclusione sociale, anche per quanto riguarda lo specifico spaccato del rapporto tra i generi. Le dimensioni dell’identità di genere e del ruolo sociale di uomini e donne sono infatti aspetti che risentono profondamente delle diverse culture familiari d’origine e possono trasformarsi in convinzioni rigide e stereotipate di ostacolo al confronto multiculturale e addirittura produrre comportamenti discriminatori, se non di vera e propria sopraffazione.
Le finalità del progetto sono quindi
- sviluppare la cittadinanza dei/delle giovani studenti/sse, attraverso percorsi di consapevolezza e di confronto, promuovendo il protagonismo e il dialogo tra differenti visioni e prospettive e aprendosi alla multiculturalità
- valorizzare la presenza di più culture in uno stesso contesto per contrastare gli stereotipi che sono di pregiudizio e di ostacolo alla effettiva inclusione sociale o che possono originare forme di discriminazione o sopraffazione verso le donne
- sviluppare reti di inclusione sociale e di promozione della cittadinanza che, facendo perno sulla scuola, favoriscano il confronto multiculturale e intergenerazionale
Le attività del progetto si svolgeranno seguendo la metodologia della ricerca-azione, con l’obiettivo di produrre una propria autonoma narrazione sull’identità di “Scuola di frontiera”, formulata con il contributo delle sue diverse componenti (allievi, insegnanti), da formalizzare con gli strumenti del teatro e/o del video perché possano essere presentati all’esterno e produrre una conversazione con soggetti esterni.
La ricerca-azione consente infatti di attribuire protagonismo e responsabilità ai diversi attori coinvolti e mira a coinvolgerli nella ricerca attiva di strategie e pratiche funzionali a produrre effetti di cambiamento positivo per quelle che vengano individuate come le maggiori criticità di coloro che vivono in una “scuola di frontiera”
Più in particolare
- la prima fase sarà dedicata alla formazione del gruppo e alla definizione condivisa di obiettivi e strategie di realizzazione,
- si passerà quindi alla progettazione partecipata del tipo di narrazione da proporre all’esterno (contenuti e strumenti). Già in questa fase verranno o di produzione sperimentate tecniche teatrali e/o di produzione video
- l’intervento vero e proprio consisterà nella produzione della “narrazione condivisa” e nella sua presentazione all’esterno, sia in altri istituti scolastici, sia ad un pubblico esterno, individuato in una platea di soci AUSER. Questo con l’aspirazione a passare dalla “narrazione di sè” alla “conversazione con l’altro”
A conclusione di ogni fase è previsto un momento di verifica, per valutare il percorso fatto e per ritarare le attività successive: è proprio infatti della metodologia della ricerca azione procedere attraverso approssimazioni ed adattamenti per pervenire al risultato auspicato.
Per supportare la ricerca e facilitare la narrazione condivisa, mobilitare e motivare i partecipanti e garantire risultati di qualità saranno impegnate professionalità provenienti da ambiti diversi (antropologia, teatro, formazione) che si sono sperimentare in esperienze di vario tipo e che hanno dimostrato di saper lavorare in team e favorire processi di sviluppo di consapevolezza e confronto multiculturale.
Il progetto si pone l’obiettivo di far emergere dai diretti protagonisti una “narrazione” condivisa (italiani e migranti, maschi e femmine, allievi, docenti) del loro essere “scuola di frontiera”, per confrontarla all’esterno con altre scuole e con i volontari dell’’ AUSER.
I risultati attesi sono
- fase: formazione di un gruppo motivato e preparato a lavorare sul tema, che ha definito nelle linee generali
- fase : progettazione partecipata dei contenuti e della modalità di presentazione della narrazione (stesura dei testi, scelta del o dei media, pianificazione e calendarizzazione delle azioni necessarie alla realizzazione)
- fase: produzione e presentazione in pubblico dibattito della narrazione attraverso i media e con le modalità prescelti.
Relazione finale del progetto “Una scuola di frontiera”