Le carte parlano: ricostruire la memoria per progettare il futuro
25 Marzo 2009
Sala Gialla, Via Tommaso Pendola, 37 – Siena –
Iniziativa Pubblica dell’Associazione Archivio UDI della Provincia di Siena
Presentazione dei progetti di lavoro dell’Archivio:
Servizi, lavoro, salute nelle carte di ieri, nel quotidiano di oggi, riflettere e progettare
I motivi per partecipare ed elaborare una nuova teoria di vita.
Tommasina Materozzi in apertura ha detto:
“grazie di essere qui con noi, di aver accolto il nostro invito.
L’Archivio UDI esiste da molto tempo. Oggi oltre al catalogo ha un sito, un telefono, una e-mail ed un gruppo di donne di generazioni diverse che ha deciso di far vivere le carte, di riflettere sul passato, per guardare il presente, per aprirsi al futuro. E’ stato aperto un percorso al quale ogni donna, ogni giovane ragazza partecipa per se stessa. Nessuna partecipa in rappresentanza di un’associazione, di un sindacato, di un partito, di una fede religiosa o di una etnia. Ognuna porta la sua identità costruita in tempi diversi, in luoghi diversi, con esperienze diverse; la mette a disposizione di tutte per farne oggetto di riflessione, ri-discussione, rielaborazione, relazione, condivisione, circolarità.
Riteniamo le carte dell’Archivio un valore inestimabile, perché testimoniano pezzi importanti di una storia altra: quella delle donne, costruita dalle lotte condotte dall’Unione Donne Italiane, dal femminismo e non solo.
Tiziana, Christel, Roberta, Antonella, Serenella esporranno argomenti su cui stiamo lavorando, con quali strumenti e dove condurremo il nostro percorso, altre ancora esporranno il loro perché sono dentro questo percorso. Tutte le presenti, se lo vorranno, potranno esprimere il perché sono qui.
Questa iniziativa vuole dare voce alle donne, giovani e meno giovani. Per questo vi chiediamo: perché siete qui oggi? Cosa vi sentite di proporre?
Potete rispondere a queste domande se volete, e lo potete fare usando la parola parlata, ma anche scritta. A chi vuole parlare diamo la parola, chi vuole scrivere può avvalersi del cartoncino che trovate dentro quella cesta, accanto al tavolo.
Inoltre, ci saranno letture sulla sofferenza delle donne che hanno fatto l’esperienza del tumore al seno e la loro capacità di riscattarsi da tale sofferenza. Durante la lettura scorreranno sullo schermo meravigliose foto di quelle donne.”
Questa iniziativa vuole dare voce alle donne e giovani e meno giovani. Per questo vi chiediamo: perché siete qui oggi? Cosa vi sentite di proporre? Potete rispondere a queste domande se volete e lo potete fare usando la parola parlata, ma anche scritta. A chi vuole parlare diamo la parola, chi vuole scrivere può avvalersi del cartoncino che trovate dentro quella cesta accanto al tavolo.
Ci saranno anche letture sulla sofferenza delle donne che hanno fatto l’esperienza del tumore al seno e la loro capacità di riscattarsi da tale sofferenza. Durante la lettura scorreranno sullo schermo meravigliose foto di quelle donne.
Riportiamo due tra gli interventi fatti e alcune frasi scritte nei cartoncini.
Christel Radica
Lavorare con l’Udi: perché?
Sono entrata in questo gruppo di ricerca perché da poco ho svolto un lavoro con il quale mi sono laureata che ben si sposa con gli argomenti che le donne dell’Udi si sono prefissate di sviluppare. Ho studiato, infatti, l’attività a Siena di un ente parastatale volto all’assistenza di gestanti, nutrici e fanciulli in stato di bisogno, ovvero l’Opera nazionale maternità e infanzia. Questo ente, allorché venne istituito, nel 1925, rappresentava un ente “moderno” in quanto per la prima volta si aveva una legislazione organica a favore dell’infanzia e della maternità.
Scarica tutto l’intervento Lavorare con l’Udi: perché?
Antonella Picchianti
Perché memoria è conoscenza
Il mio perché è molto semplice e molto personale. Ho conosciuto l’UDI , anzi prendendo in prestito le parole della scrittrice Cristina Ricci, ho conosciuta l’Udi, trattandosi di soggetto tutto femminile, solo recentemente, quando mi è stato descritto il progetto- percorso che oggi viene presentato.
Sino ad allora avevo vaghe reminiscenze che collocavano l’Associazione nel periodo del secondo dopoguerra e delle prime lotte per l’emancipazione femminile.
Richiesta la mia partecipazione, mi sono trovata a “riflettere” sul mio ruolo di donna, su quanto lo avessi realmente vissuto.
Scarica tutto l’intervento Perché memoria è conoscenza (PDF 30kB)
I cartoncini